Mandare i propri alunni a vivere un anno all’estero è una decisione importante per qualsiasi insegnante, ma può rivelarsi una delle scelte più gratificanti.

Oggi abbiamo intervistato Chiara B., insegnante di inglese in un liceo linguistico italiano, che ha incoraggiato tre dei suoi studenti a partecipare a un programma di scambio scolastico negli Stati Uniti e in Canada. Insieme a lei, abbiamo parlato anche con i suoi alunni – Martina, Lorenzo e Chiara – per scoprire come questa esperienza di exchange students abbia cambiato la loro vita.

L’Insegnante: Perché consigliare un anno all’estero ai propri alunni

Chiara, cosa ti ha spinto a incoraggiare i tuoi alunni a vivere un anno all’estero?

“Ho sempre creduto che imparare una lingua straniera sia molto più di conoscere grammatica e vocaboli. Vivere in un paese madrelingua ti permette di capire veramente la cultura, di pensare nella lingua e di comunicare in modo autentico. Ho visto quanto queste esperienze trasformano gli studenti: non solo migliorano il loro inglese, ma diventano più sicuri, autonomi e pronti ad affrontare il mondo.”

Qual è stata la tua principale preoccupazione nel consigliare un anno all’estero?

“Da insegnante, la mia preoccupazione era che questa esperienza non interferisse con il loro percorso scolastico in Italia. Tuttavia, i programmi riconosciuti dal MIUR offrono garanzie: gli studenti tornano con il loro anno scolastico pienamente riconosciuto, e questo mi ha dato fiducia. Inoltre, sapevo che avrebbero ricevuto un supporto continuo dalle famiglie ospitanti e dalle scuole locali.”

anno all’estero

Martina: Un Anno negli Stati Uniti

Martina, perché hai scelto gli Stati Uniti?
“Ho sempre sognato di vivere negli Stati Uniti, di frequentare una high school americana come nei film! Quando la mia professoressa mi ha parlato del programma, non ho avuto dubbi.”

La vita in una scuola americana

“Frequentare una high school americana è stata un’esperienza incredibile. Ho scelto corsi come arte drammatica e biologia marina, che in Italia non avrei mai potuto fare. Mi è piaciuto moltissimo anche lo spirito di comunità: partecipavo alle partite di football, ai balli scolastici e ai club.”

La vita in una scuola americana

L’esperienza con la famiglia ospitante
“La mia host family è stata fantastica. Vivevano in una piccola città del Texas e mi hanno trattata come una di famiglia. Abbiamo fatto barbecue, gite al lago e perfino un road trip in California!”

Cosa hai imparato?

“Non solo ho migliorato il mio inglese, ma ho imparato ad essere più indipendente. Ora so gestire situazioni nuove e affrontare le difficoltà senza paura.”

Lorenzo: Un Anno in Canada
Lorenzo, cosa ti ha spinto a scegliere il Canada?
“Avevo sentito parlare della multiculturalità del Canada e volevo vivere in un paese dove convivono lingue e culture diverse. Inoltre, amo la natura e sapevo che il Canada avrebbe soddisfatto questa mia passione.”

Un sistema scolastico accogliente
“La scuola canadese è stata una grande sorpresa. Gli insegnanti erano molto disponibili e mi hanno aiutato tanto nei primi mesi, quando l’inglese era ancora un po’ una sfida. Ho scelto corsi come fotografia e educazione ambientale, che mi hanno permesso di esplorare nuove passioni.”

Attività extracurricolari e sport

“L’hockey su ghiaccio è stato il modo migliore per integrarmi. Non ero bravissimo all’inizio, ma mi sono divertito moltissimo. Inoltre, ho fatto trekking con un club scolastico e abbiamo visitato parchi naturali spettacolari.”

Cosa hai portato a casa?

“Più di tutto, ho imparato a rispettare le differenze culturali. Ho conosciuto ragazzi da tutto il mondo e questo mi ha aperto gli occhi su quanto sia importante essere tolleranti e curiosi verso ciò che è diverso.”

Chiara: Un Anno tra Stati Uniti e Canada
Chiara, perché hai scelto di partire?
“Quando la mia professoressa ci ha parlato di questa possibilità, ho capito che sarebbe stata un’esperienza unica. Ho scelto il programma che mi permetteva di vivere sei mesi negli Stati Uniti e sei mesi in Canada, così ho potuto scoprire due culture diverse in un solo anno.”

Due esperienze diverse, un unico obiettivo
“Negli Stati Uniti ho vissuto in una grande città, mentre in Canada ero in un piccolo villaggio. È stato interessante vedere le differenze tra i due paesi. In entrambi i casi, però, ho trovato persone accoglienti e aperte.”

Crescita personale e accademica
“In Canada ho imparato anche il francese, oltre a migliorare il mio inglese. Negli Stati Uniti, invece, mi sono appassionata a corsi di dibattito e scrittura creativa. Queste esperienze mi hanno aiutata a capire meglio cosa voglio fare in futuro.”

Cosa hai imparato da questa esperienza?

“Ho scoperto quanto sia importante uscire dalla propria zona di comfort. All’inizio ero timida e spaventata, ma ora mi sento molto più forte e sicura di me stessa.”

Chiara, l’insegnante: Il Ritorno in Classe
Chiara, come hai visto cambiare i tuoi studenti al loro ritorno?
“È stato incredibile vedere quanto fossero cresciuti. Parlavano inglese con una sicurezza che non avevano prima, ma soprattutto erano più maturi. Avevano imparato a gestire il tempo, a risolvere problemi e a relazionarsi con persone di culture diverse. È stato bellissimo ascoltare le loro storie e vedere come questa esperienza li avesse trasformati.”

Cosa diresti a un altro insegnante che sta pensando di consigliare un anno all’estero?

“Non abbiate paura di incoraggiare i vostri studenti a fare questo passo. È un’opportunità che va oltre l’apprendimento della lingua. È un modo per prepararli al futuro, per renderli più consapevoli e aperti. Inoltre, potete essere sicuri che programmi riconosciuti e ben strutturati come quelli di VIVA International forniscono tutto il supporto necessario per una transizione senza problemi.”

Consigli per i Futuri Exchange Students

Prima di concludere, abbiamo chiesto a Chiara e ai suoi studenti di condividere qualche consiglio per chi sta pensando di vivere un anno all’estero.

Chiara (insegnante): “Preparati bene prima di partire. Parla con chi ha già vissuto un’esperienza simile e cerca di chiarire ogni dubbio. Soprattutto, non sottovalutare il supporto che un insegnante può dare nel motivare i ragazzi.”
Martina: “Non avere paura di fare domande. La tua host family e i tuoi insegnanti saranno felici di aiutarti.”
Lorenzo: “Partecipa alle attività scolastiche ed extra-scolastiche. È il modo migliore per fare amicizia e integrarti.”
Chiara (studentessa): “Non aspettarti che tutto sia facile. Ci saranno momenti difficili, ma ne vale assolutamente la pena. Ogni difficoltà ti renderà più forte.”

Le esperienze di Chiara e dei suoi studenti dimostrano quanto un anno all’estero possa essere trasformativo. Come insegnante, consigliare un programma di exchange non significa solo migliorare le competenze linguistiche dei propri alunni, ma anche aiutarli a diventare persone più sicure e aperte.

Se sei un insegnante e vuoi offrire ai tuoi studenti un’opportunità unica, informati sui programmi di anno scolastico all’estero. Il Canada e gli Stati Uniti, con le loro scuole accoglienti e i loro sistemi educativi inclusivi, possono diventare il trampolino di lancio per il futuro dei tuoi alunni.